La ricerca si propone di individuare ed analizzare i problemi che scaturiscono dalla interazione fra l'applicazione massiccia dell'insieme di tecnologie in rapida evoluzione sinteticamente identificate con la formula Intelligenza Artificiale, e la tutela del diritto alla privacy con specifico riferimento alla identità e libertà religiosa dei singoli e dei gruppi.
Diversi profili legati all'applicazione della Intelligenza Artificiale hanno diretto impatto sul fattore religioso. Basti considerare il ricorso a sofisticate tecniche di profilazione relative alle convinzioni di fede e ai conseguenti rischi che la libertà dell¿individuo e delle confessioni religiose sia lesa da un uso indiscriminato di tali tecniche posto che la ricerca pressante, avida e non trasparente dei big data necessari ad alimentare i motori di apprendimento automatico pone il soggetto che raccoglie e tratti i dati in una situazione di (illimitato) potere rispetto ai soggetti cui i dati si riferiscono.
Se è vero che l'uso dell'Intelligenza Artificiale, garantendo l'ottimizzazione delle operazioni e dell'assegnazione delle risorse e la personalizzazione dell'erogazione di servizi, può apportare vantaggi sociali e ambientali è anche vero che in assenza di regole giuridiche tale uso, i cui esiti sono difficilmente prevedibili, può risolversi nel trionfo della legge dell'algoritmo, con il rischio che decisioni errate e distorsioni assistite dalla Intelligenza Artificiale ledano i diritti fondamentali della persona incluso il diritto di libertà religiosa.
Non a caso il tema dell'Intelligenza Artificiale è oggetto del magistero delle confessioni religiose sotto un duplice profilo: come questione di giustizia sociale, posto che l'Intelligenza Artificiale rischia di modellare l'economia a discapito dei soggetti più svantaggiati; come questione spirituale posto che è interesse delle confessioni religiose indirizzare chi crea i sistemi di Intelligenza Artificiale al rispetto del sentire religioso