Il progetto intende dare una configurazione della complessa posizione della Corte costituzionale con particolare riguardo all'efficacia temporale delle proprie decisioni. Per via delle continue evoluzioni e i rilevanti caratteri di innovatività dell'attuale fase della giustizia costituzionale, si ritiene, infatti, che, pur essendo un "topos" degli studi in materia, il tema sia tale da suscitare nello studioso interrogativi sempre nuovi, divenendo un punto di vista privilegiato per comprendere l'approccio - sempre più elastico - dello stesso organo di garanzia al processo incidentale, e per riflettere sul rapporto del giudice delle leggi con i suoi interlocutori: i giudici comuni, le Corti sovranazionali ed il legislatore.
L'analisi delle tecniche giurisprudenziali volte ad allontanare gli effetti della pronuncia nel tempo - allorquando si rilevi un'area di competenza del decisore politico - consente così allo studioso di concentrare la propria attenzione sul complesso dialogo tra la Corte e l'organo rappresentativo.
Questa dialettica si traduce, talvolta, in un "vicolo cieco" della cooperazione istituzionale, poiché il legislatore non dà seguito al monito; soprattutto, sempre più di frequente, è scandita da ritmi serrati, poiché rimodellata da parte dell'organo di garanzia mediante l'utilizzo di una tecnica decisoria basata su pronunce ad efficacia temporalmente definita. Proprio attraverso la lente peculiare del fattore "tempo", la riflessione proposta aspira da un lato a comprendere i profondi mutamenti insiti nella giustizia costituzionale e il significato che assume il crescente e attuale protagonismo della Corte nelle dinamiche della forma di governo; dall'altro, valuterà, più pragmaticamente, l'inserimento di nuovi meccanismi di raccordo fra la l'organo di garanzia e il legislatore, nell'ottica di una più efficace leale collaborazione fra organi costituzionali.