La protezione temporanea nel diritto internazionale: oltre i limiti della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951
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Luigino Manca | Aggiungi Tutor di riferimento (Professore o Ricercatore afferente allo stesso Dipartimento del Proponente) |
Secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, nel 2020, il numero di persone costrette ad abbandonare il proprio Paese a causa di persecuzioni, violazioni massicce dei diritti umani e conflitti armati ha superato la soglia dei ventisei milioni, il numero più alto mai registrato dalla stessa agenzia delle Nazioni Unite.
Di costoro, solo una minoranza beneficia effettivamente della protezione derivante dall'applicazione della Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati. I restanti godono di altre tipologie di protezione internazionale - generalmente denominate complementari - o sono sprovvisti di tutela alcuna da parte di uno Stato.
Nella varietà di forme di protezione internazionale implementate dagli Stati è possibile individuare la ricorrenza di determinati elementi che ci consente di riconoscere l'esistenza di un istituto - qui definito protezione temporanea - mai regolamentato dal diritto internazionale. I beneficiari di protezione temporanea risultano, altresì, in proporzione paragonabile - se non addirittura superiore - a quella dei rifugiati riconosciuti tali ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951.
Allo stesso tempo, è facilmente verificabile come l'affollata dottrina internazionale dedita allo studio della problematica dei rifugiati si sia finora indirizzata in senso maggioritario allo studio di tale strumento pattizio, mentre uno spazio nettamente inferiore è stato riservato ad altri istituti, come la protezione temporanea, sebbene nella realtà fattuale dei rifugiati essi risultino estremamente rilevanti.
La presente ricerca si propone di analizzare l'istituto della protezione temporanea alla luce del diritto internazionale, ricostruendone la prassi degli Stati e proponendone una teoria globale, allo scopo di valutarne l'efficacia nel moderno sistema di protezione internazionale dei rifugiati e l'auspicabilità di una regolamentazione universale.