La pratica dell'intermediazione illecita di manodopera da parte di un soggetto che trattiene per sé un importo della paga spettante al lavoratore, anche nota come caporalato, interessa trasversalmente molti Paesi europei, soprattutto nel settore agricolo.
Si tratta di un fenomeno alquanto complesso, strettamente legato alle problematiche dello sfruttamento del lavoro, che è influenzato e s'interseca con molte altre questioni: i rapporti di forza all'interno della filiera, le politiche sociali e le politiche sull'occupazione, le dinamiche migratorie, il contrasto alla criminalità organizzata.
Il presente progetto di ricerca si propone di studiare il caporalato in Italia, con particolare - ma non esclusivo - riferimento al settore primario dell'economia, allo scopo di avviare un confronto critico con l'esperienza inglese, espressione di un modello di disciplina alquanto diverso.
Un tale obiettivo richiederà, in linea con il metodo proprio della comparazione giuridica, non solo di ricostruire in modo puntuale il quadro normativo rilevante in materia sotto il profilo sia delle fonti domestiche sia delle fonti internazionali, bensì di considerare anche il contributo che alla comprensione di un fenomeno così articolato possa derivare dalle altre scienze sociali diverse dal diritto quali, in primis, l'economia e la sociologia.
Ciò al fine di mettere in luce con chiarezza, nelle esperienze esaminate, i fattori che ne determinano la diffusione, le caratteristiche strutturali, i diversi modelli di governo, l'effettività delle misure di contrasto messe in campo non solo dai legislatori ma anche dagli stessi operatori economici al fine di correggere le distorsioni all'interno della catena del valore, combattere gli abusi e promuovere condizioni di lavoro e di vita più eque e giuste per i lavoratori.