I sistemi repubblicani di antico regime e i rispettivi ceti di governo costituiscono da svariati decenni un ambito di ricerca molto fecondo. Limitatamente al panorama italiano, notevole il contributo reso dalla storia del pensiero politico e delle istituzioni. In questa chiave, tra storia e filosofia, il termine repubblicanesimo è oggi sinonimo di un'autentica galassia di posizioni programmatiche. Ne furono protagonisti uomini che seppero perpetuare e aggiornare importanti eredità ideologiche e preziosi know-how ben oltre il tramonto delle realtà politico-statuali in cui quelle idee e quei saperi erano nati (le repubbliche di Firenze e Siena, il Commonwealth cromwelliano). D'altro canto molto lavoro rimane da compiere, specie in tema di trasmigrazioni, contaminazioni e ibridazioni. Dietro i gruppi di potere avvicendatisi al vertice di queste repubbliche intravediamo una fitta rete di flussi e interscambi (sociali, economici, politici e culturali); non siamo però in grado di metterla a fuoco come sarebbe auspicabile. Rapporti che spesso si dipanano entro la sfera dell'iniziativa personale e della mediazione informale (che appena lambiscono il piano dell'azione diplomatica). Abbiamo inoltre compreso che i massimi teorici dell'assolutismo e del maturo repubblicanesimo si scrutarono con reciproco interesse. Rimane da chiarire con quali esatte ricadute sul terreno dell'agire politico (vicende biografiche talora molto sgranate, intellettuali la cui produzione in più casi giace pressoché interamente manoscritta). Questo progetto si prefigge di studiare le interrelazioni tra le repubbliche e i cittadini di repubblica ('nati in terra di libertà') con particolare riferimento alla storia politica di Genova, Venezia, Lucca, dell'Olanda e di Ragusa, e ai secoli XVI-XVIII; intende a tal fine avvalersi di modernisti e storici della filosofia che hanno maturato un'approfondita esperienza di ricerca e di divulgazione scientifica nel confronto con questi stessi sistemi repubblicani