Studio del potenziale ruolo terapeutico di peptidi antimicrobici per il trattamento della fibrosi cistica
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Maria Luisa Mangoni | Aggiungi Tutor di riferimento (Professore o Ricercatore afferente allo stesso Dipartimento del Proponente) |
Negli ultimi decenni, l'impiego eccessivo degli antibiotici ha determinato la comparsa del fenomeno dell'antibiotico resistenza, una delle più grandi minacce alla salute umana che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2050 provocherà più morti del cancro. Risulta quindi necessario ed urgente sviluppare nuovi agenti antimicrobici ad alta efficienza e bassa tossicità. In questo contesto, i peptidi antimicrobici (AMP), molecole prodotte da quasi tutte le specie viventi come prima linea di difesa contro molti agenti patogeni tra cui batteri, funghi, lieviti e virus, rappresenterebbero una valida alternativa agli antibiotici convenzionali, agendo generalmente con un meccanismo d'azione basato sulla perturbazione delle membrane cellulari microbiche, che determina una bassa propensione a indurre resistenza microbica. Di recente abbiamo dimostrato che alcuni derivati di AMP isolati dalla pelle di rana, in particolare l'Esc(1-21) e il suo diastereomero Esc(1-21)-1c (peptidi Esc), possiedono una forte attività antibatterica contro lo Pseudomonas aeruginosa. Questo batterio spesso forma comunità sessili, definite biofilm, altamente resistenti agli antibiotici convenzionali, nel tratto respiratorio di pazienti affetti da fibrosi cistica, una malattia genetica causata da mutazioni nel gene che codifica per una proteina canale per il cloro (CFTR). Alla luce del potenziale impiego degli AMP in campo clinico, per superare alcune limitazioni tra cui la difficoltà di raggiungere il sito bersaglio a concentrazioni attive, saranno prodotte nanoparticelle (NP) biodegradabili caricate con i peptidi Esc al fine di migliorare il loro "delivery" a livello polmonare e il loro rilascio a concentrazioni efficaci. Saranno quindi valutati l'effetto citotossico, le proprietà immunomodulatorie e l'attività su CFTR dei peptidi Esc, sia in forma libera che incapsulati in NP.