Il progetto prenderà in esame la produzione poetica di carattere politico, in latino e in volgare, scritta da curiali e letterati in rapporto con la Curia tra il tardo Medioevo e il Quattrocento. L'intento è quello di indagare l'impatto del modello dantesco e petrarchesco sulla poesia politica indirizzata ad ambienti curiali negli anni della lunga crisi del papato, dal pontificato di Giovanni XXII a quello di Giulio II. Il censimento riguarderà testimonianze di varia natura, dai componimenti anticuriali di Petrarca ai carmina satirici di Giovanni Antonio Campano, dalle egloghe encomiastico-profetiche in voga durante il pontificato di Pio II alle pasquinate latine pubblicate all'inizio del XVI secolo. Si tratta di un corpus variegato, disperso tra manoscritti (spesso di dedica), cinquecentine, edizioni sette-ottocentesche e studi moderni che attende una ricognizione complessiva. Lo studio dei testi in questione e della loro diffusione permetterà di leggere controluce il serrato dibattito di carattere teologico e politico che si accompagnò ad eventi che segnarono la coscienza dei contemporanei, dal Concilio di Vienne a quello di Costanza, dallo Scisma d'Occidente al tentativo di deporre Giulio II. Con l'eccezione costituita da Petrarca, per il periodo iniziale, e dalle prime attestazioni del genere della pasquinata, per quello conclusivo, infatti, si tratta di testi considerati minori e minimi, pur essendo, in molti casi, opera di personaggi di primo piano oltre a presentare un notevole interesse storico, filologico e linguistico. Censire e studiare le testimonianze in questione, mettendole in rapporto con la coeva produzione umanistica di ambito curiale, ben indagata dalla critica, e con i recenti studi sugli autori volgari del tardo Trecento, infatti, permetterà di ricostruire nel dettaglio un capitolo poco noto ma significativo della storia della poesia italiana.