Impronte dal passato: approcci forensi alla ricostruzione sociale di una città medievale
Componente | Categoria |
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Francesca Romana Stasolla | Aggiungi Tutor di riferimento (Professore o Ricercatore afferente allo stesso Dipartimento del Proponente) |
Nell'ambito degli studi medievistici sulla cultura materiale, gli spunti di riflessione e le possibili declinazioni della ricerca sono molteplici, in particolare riguardo alla definizione degli spazi sociali e del quotidiano. Lo studio approfondito dei materiali provenienti, in questo caso, dalla città medievale di Cencelle, ha portato a un arricchimento delle conoscenze sulla funzionalità e sulle caratteristiche tecnologiche dei recipienti, attraverso una moltitudine di approcci differenziati. La ceramica e i prodotti finiti frutto della lavorazione argillosa sono stati sottoposti, in parte, ad un'approfondita analisi tracceologica effettuata allo stereomicroscopio, che ha portato all'individuazione non solo di tracce di lavorazione e usure, ma anche di vere e proprie impronte lasciate dagli artigiani durante il processo produttivo. La presenza di questo tipo di informazioni ha suggerito dunque l'idea di un diretto parallelismo con il mondo delle moderne indagini forensi e criminologiche, in cui lo studio delle impronte digitali rappresenta uno dei fattori di riconoscibilità più utilizzato. Allo stesso modo, l'indagine su una città medievale può ricalcare una moderna scena del crimine, in cui archeologi e antropologi si affiancano a esperti forensi per far luce sulle impronte del passato. Lo studio dei dermatoglifi, fin ora per nulla sperimentato nella sfera degli studi medievistici, si può rivelare fondamentale per approfondire questioni di genere, determinando, se ben conservate, sesso ed età di colui o colei che le ha tracciate e aprendo numerose questioni in merito al lavoro artigiano e all'organizzazione delle botteghe, alla suddivisione del lavoro tra uomini, donne e giovani e sul legame che intercorre tra prodotto e produttore.