Tra l'esotismo e l'eurocentrismo: grammaticalizzazione e categorie flessionali nella descrizione delle lingue indoeuropee classiche vs. quella delle lingue dell'Estremo Oriente

Anno
2021
Proponente Artemij Keidan - Professore Associato
Sottosettore ERC del proponente del progetto
SH5_3
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Claudia Angela Ciancaglini Componenti strutturati del gruppo di ricerca
Corinne D'Antonio Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca
Sara Kaczko Componenti strutturati del gruppo di ricerca
Componente Qualifica Struttura Categoria
Andrea Di Manno Addottorato Sapienza Università di Roma, Dottorato di Linguistica, 33° ciclo Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca
Abstract

L'indagine del presente progetto riguarderà la versatilità e la duttilità di alcune delle nozioni teoriche di base più in uso nella descrizione morfologica storica e sincronica di stampo europeo in relazione a lingue genealogicamente e tipologicamente distanti. L'idea centrale, a tale proposito, sarà il concetto di "categoria grammaticale" (intesa come categoria flessionale, ossia limitatamente all'ambito della morfologia e non, ad esempio, della sintassi).

Cos'è, dunque, la categoria grammaticale? In altre parole: come si definisce in teoria, e come si identifica nella pratica, ciò che è "grammaticale" in una lingua rispetto a ciò che non lo è?

Si noti che definire la grammaticalità spiana la strada alla comprensione di una serie di altre nozioni fondamentali della linguistica tanto da essa derivanti e dipendenti, sia nella linguistica comparativo-ricostruttiva che in quella sincronico-descrittiva:

- distinzione tra lessema e forma flessa;
- conseguente distinzione tra flessione e derivazione;
- formazione del paradigma lessicale;
- distinzione tipologica tra la lingue flessionali e agglutinanti;
- grammaticalizzazione;
- etimologia formale;
- ricostruzione interna.

Il concetto di grammaticalità viene troppo spesso lasciato senza una definizione formale, dal momento che per i parlanti scolarizzati di lingue europee tale nozione appare auto-evidente. L'assenza di un criterio formale di grammaticalità, tuttavia, porta alla spiacevole conseguenza di generare dibattiti senza soluzione non appena si tocchi una lingua esotica: quante forme verbali ha il basco? esistono i casi in giapponese? qual è la differenza tra classi nominali e genere?

I nostri obiettivi sono: 1) definire formalmente la grammaticalità in modo formale; 2) testare la definizione su lingue geneticamente e tipologicamente molto diverse: greco omerico, sanscrito, paleoslavo, antico persiano, giapponese, nonché -- grazie al supporto dei membri esterni -- le lingue del Pacifico e il coreano.

ERC
SH5_3, SH4_9, SH4_10
Keywords:
MORFOLOGIA, LINGUISTICA STORICA, TIPOLOGIA LINGUISTICA, STORIA DELLA LINGUISTICA, GRAMMATICA

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