La circolazione prolungata di SARS-Cov-2 e il meccanismo naturale di accumulo di errori durante la replicazione virale hanno generato la comparsa di varianti virali. Dall'inizio della pandemia sono state identificate migliaia di varianti di SARS-CoV-2 in tutto il mondo, tanto che l'OMS ha distinto tra le varianti virali "of interest" o "under investigation", e le "variants of concern", delle quali è stata osservata una maggiore pericolosità in termini di trasmissibilità, letalità o capacità di eludere la risposta immunitaria conferita dai vaccini o da una precedente infezione.
Lo scopo del nostro progetto è quello di caratterizzare dal punto di vista virologico, clinico e radiologico una popolazione di pazienti infetti da una delle nuove varianti virali emerse, confrontandola con una popolazione di pazienti ricoverati presso il Policlinico Universitario Umberto I di Roma tra marzo e aprile dello scorso anno, che albergavano invece un virus che possiamo definire wild type. Nello specifico, verranno analizzate le sequenze virali tramite NGS, il numero di Cycle Threshold (Ct) risultati dall¿analisi molecolare dei tamponi nasofaringei alla diagnosi di positività, alcuni parametri ematochimici (WBC, neutrofili, linfociti, NLR), alcuni marcatori dell¿infiammazione (LDH, D-dimero, IL6, ferritina), le radiografie polmonari e l'outcome clinico dei pazienti in esame. Questa analisi ci permetterà non solo di monitorare la diffusione di questi nuovi lineage nel nostro nosocomio, ma potrà anche fornire importanti informazioni circa la gestione del paziente qualora emergessero relazioni tra le caratteristiche cliniche o radiologiche e la presenza di particolari polimorfismi virali. La conoscenza della circolazione delle varianti virali di SARS-Cov-2 e lo studio dei pazienti che le albergano possono inoltre costituire elementi fondamentali per la valutazione del rischio e per il rafforzamento delle misure di prevenzione, protezione e controllo.