Il ruolo della stimolazione dell¿autofagia tramite la somministrazione del trealosio nella cardiomiopatia indotta dalla doxorubicina
Componente | Categoria |
---|---|
Sebastiano Sciarretta | Aggiungi Tutor di riferimento (Professore o Ricercatore afferente allo stesso Dipartimento del Proponente) |
La doxorubicina cloridrato è un potente antineoplastico appartenente alla categoria delle antracicline diffusamente utilizzato per il trattamento di diversi tipi di carcinoma, nonostante sia ormai ben noto che possa provocare dei gravi effetti collaterali. Tra questi, lo sviluppo di cardiomiopatia è tra i più diffusi, colpendo il 29% dei pazienti entro i primi cinque anni dal trattamento. Sebbene siano stati proposti diversi modelli volti a spiegare questo singolare fenomeno di tossicità cardiaca, ad oggi non è stato ancora possibile individuare uno specifico meccanismo molecolare per la messa a punto di una strategia farmacologica protettiva. Tuttavia, da recenti studi è emerso come la disregolazione dell¿autofagia sia una delle cause del danno indotto dalla doxorubicina e come la sua modulazione positiva possa fornire un fenotipo protettivo nei confronti di questa cardiomiopatia (Li et al, Circulation 2018). Nello specifico, l'autofagia è un meccanismo di degradazione intracellulare di proteine ed organelli danneggiati attraverso un sistema di vescicole a doppia membrana lipidica denominate autofagosomi. Alterazioni di questo processo centrale per il metabolismo energetico cellulare sono state osservate in diversi modelli di danno e patologia cardiovascolare (Sciarretta et al, J Cardiovasc Pharmacol 2012).
L¿obiettivo del mio progetto è valutare se la somministrazione alimentare di trealosio, un potente induttore dell¿autofagia che si è rivelato efficace nel ridurre il rimodellamento post-ischemico nel topo (Sciarretta et al., JACC 2018), abbia un effetto protettivo in un modello murino di trattamento cronico con doxorubicina a basso dosaggio.
Questo studio potrà fornire una solida base pre-clinica per lo sviluppo di nuove strategie farmacologiche cardioprotettive e preventive basate sull¿induzione dell¿autofagia, che complementino l¿efficacia della doxorubicina con una maggiore sicurezza per i pazienti.