Mascolinità mobili negli intellettuali della Konservative Revolution: da controcultura eversiva a ideologia imperante
Componente | Categoria |
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Gabriele Guerra | Tutor di riferimento |
Il presente progetto intende investigare il processo di costruzione del concetto di mascolinità che ha contribuito alla delineazione dell¿estetica caratterizzante il nazionalsocialismo, perfettamente simboleggiata nell¿ideale, plasticamente ideale ma anche reale, del nuovo uomo, partendo dall¿analisi delle forme di mascolinità sedimentatesi durante gli anni della Repubblica di Weimar. In particolare sarà necessario correre su binari apparentemente paralleli, ma debitamente incrociantesi, che vedono l¿analisi proposta strutturarsi dialetticamente e, contestualmente, all¿interno di un¿interdisciplinarietà che copre il campo scientifico degli studi di genere, nello specifico quelli pertinenti la mascolinità, e quello della germanistica ¿ cultura/letteratura/società. Per arrivare alla comprensione delle direttrici di potere, di genere e culturali che sono confluite in un¿immagine univoca e unidimensionale di quella che viene definita da R.W. Connell `mascolinità egemonica¿, oltre a soffermarsi sui sottogruppi che hanno reso possibile tale netta differenziazione, obiettivo dell¿investigazione è riconsiderare le speculazioni sulla mascolinità portate avanti e canonizzate tra 1880 e 1945 attraverso una metodologia moderna, che prenda le mosse anzitutto dai classici di Klaus Theweleit (Männerphantasien, 1977-1978) e George Mosse (The Image of Man: The Creation of Modern Masculinity, 1997), e, come sopra accennato, da un approccio contemporaneo che faccia diretto riferimento al concetto di hegemonic masculinity di R.W. Connell (Masculinities, 1995). Allo stesso tempo, quindi, avendo compreso le direttrici mobili del concetto di mascolinità, sarà possibile analizzare in maniera ravvicinata i testi dei maggiori esponenti della Konservative Revolution al fine di comprenderne la posizione, anch¿essa mobile, da portatori di una controcultura conservativa, e quindi eversiva, a ideologi ¿ alcuni volontari altri involontari ¿ dell¿estetica, e non solo, del nazionalsocialismo.