Il progetto, convinto della centralità del ruolo del perduto per la conoscenza del patrimonio monumentale, si pone come obiettivo il recupero, attraverso la disamina delle fonti testuali, delle pitture e delle immagini, oggi non più esistenti, che decoravano un tempo gli spazi dei complessi ecclesiastici o residenzali romani nell'alto Medioevo. Gli studi finora condotti si sono concentrati esclusivamente sul recupero di tale patrimonio attraverso le fonti visive, disegni e incisioni che hanno "copiato" mosaici e pitture. Preziosissime ma niente affatto esaustive, a queste ultime è oramai necessario affiancare, per un avanzamento delle ricerche e la risoluzione di questioni nodali, l'analisi delle molte testimonianze pittoriche documentate solo dai testi scritti. Per tale ragione, si procederà a uno spoglio puntuale delle fonti testuali e della letteratura, erudita e scientifica, dal Medioevo fino al principio del Novecento, con lo scopo di individuare notizie su mosaici, dipinti, cicli pittorici un tempo esistenti negli edifici altomedievali di Roma e attualmente perduti. L'immagine sarà analizzata non solo all'interno della propria spazialità di riferimento ma relazionata ai processi mentali e sociali che sono alla base della sua produzione, sottoponendo ad analisi lo stile e il significato ma, allo stesso tempo, la funzione cultuale-liturgica, il contesto in cui si articola la sua interpretazione, la ricezione di essa fino ad arrivare al fruitore. Inoltre, la ricerca mira a inserire a pieno titolo la Sapienza nel progetto "Rome aux siècles. Les lumières de la communication visuelle", sostenuto dalla Swiss National Science Foundation e di cui Manuela Gianandrea è uno dei membri, con l'apporto di un finanziamento specifico relativo a un aspetto nodale degli studi sulla pittura romana. La collaborazione permetterebbe poi di coinvolgere laureandi e dottorandi in Storia dell'arte nella realizzazione della schedatura dei materiali e in un sistema di stage o di borse.