Il progetto si prefigge di indagare il rapporto tra cultura del romanzo e cultura giuridica in tre contesti culturali e nazionali (Inghilterra, Francia e Italia) e, da un punto di vista comparativo, nello spazio culturale europeo. L'ipotesi di fondo è che il dialogo tra romanzo e cultura giuridica si articoli su (almeno) due livelli: 1) sul piano della retorica e dell'organizzazione narrativa: le procedure di accertamento dell'evidenza si trasformano in un modo di presentazione degli eventi, codificando, a volte polemicamente, una procedura conoscitiva esemplare, come per es. in Fielding e in Manzoni; 2) sul piano della costruzione di una coscienza civica: i romanzi più innovativi tendono a presentare e elaborare problemi che si trovano ai margini del dibattito pubblico: in molti casi infatti il rito giuridico è la sineddoche di un intero ordine sociale.
La ricerca coprirà l'arco che va dal 1720 -- in cui, dopo la pubblicazione del Robinson Crusoe, inizia convenzionalmente l'epoca del realismo moderno -- al 1922, anno cruciale del romanzo modernista: è importante osservare l'intero arco percorso dal romanzo dalle origini moderne fino al momento in cui, con l'estetica modernista, il suo connubio con la società civile inizia ad allentarsi. Fine della ricerca non è individuare sincronicamente legami o analogie; piuttosto identificare e indagare un percorso di elaborazione -- e un dialogo tra culture -- che si snoda attraverso i romanzi canonici, ossia i romanzi che sono riusciti ad avere un impatto maggiore sul dibattito pubblico e sulla cultura nazionale, e questo -- come vorremmo mostrare -- anche in virtù del loro dialogo con le istituzioni giuridiche.
Fine ultimo della ricerca sarà poi la messa a punto di un paradigma comparativo europeo. Avendo come obiettivo l'indagine di un tratto cruciale e trasversale della cultura europea, il progetto avrà anche una ricaduta pubblica, legata cioè alla costruzione (in questo caso lo studio) di un'identità comune.