I ritardanti di fiamma bromurati (BFR) sono utilizzati in diverse tipologie di prodotti, con lo scopo di aumentare la resistenza al fuoco ed evitare o ritardare la propagazione di possibili combustioni accidentali. Tuttavia, la presenza dei BFR costituisce un problema per il riciclo dei materiali, a causa della tossicità del bromo. In particolare, per quanto riguarda le plastiche provenienti da rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), la normativa fissa un valore soglia pari a 2000 mg/kg di Br per il loro riciclo. Le tecniche attualmente utilizzate, basate principalmente sulla separazione per densità, non sono molto efficienti e causano sia perdita di plastiche riciclabili sia presenza di plastiche con livelli di BRF troppo elevati nel flusso di materiale da riciclare, con conseguente contaminazione del lotto di produzione. E' quindi necessario sviluppare una strategia efficiente in grado di separare plastiche contenenti BFR al di sopra del valore limite dal flusso destinato al riciclo. In quest'ottica, l'utilizzo di una tecnica speditiva e non distruttiva, quale l'analisi d'immagine iperspettrale (HSI), rappresenta una potente soluzione per l'identificazione e il controllo di qualità dei rifiuti in plastica da RAEE.
Lo studio ha come obiettivo lo sviluppo e la messa a punto di una nuova metodologia basata su HSI nel range dello SWIR (Short Wave Infrared: 1000-2500 nm) per la separazione dei rifiuti in plastica bromurati in due classi, in base alla concentrazione di bromo (low Br 2000 mg/kg). La concentrazione di bromo pari a 2000 mg/kg rappresenta il limite raccomandato nelle specifiche tecniche per il riciclo dei RAEE. L'implementazione di questa nuova metodologia potrà essere applicata negli impianti di riciclo per la separazione in due flussi distinti delle materie plastiche contenenti BRF: un flusso che potrà essere avviato a riciclo e un flusso che sarà avviato ad altri trattamenti.