Intermedi elusivi nei meccanismi di reazione di profarmaci contenenti platino(IV). È possibile identificare il ruolo di complessi di Pt(III)?
Componente | Categoria |
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Maria Elisa Crestoni | Tutor di riferimento |
Complessi contenenti Pt(IV) sono largamente studiati per possibili applicazioni in terapie antitumorali che possano portare ad una ridotta tossicità rispetto al trattamento con farmaci di Pt(II), come cisplatino, carboplatino ed oxaliplatino, ed alla possibilità di assunzione per via orale piuttosto che parenterale. I complessi di Pt(IV) hanno infatti una geometria ottaedrica e sono generalmente inerti nei confronti di reazioni di sostituzione negli ambienti biologici. L'attività citostatica di farmaci a base di platino si basa, infatti, sulla interazione del metallo con le basi azotate del DNA, interazione che blocca la replicazione e traduzione dell'informazione genica portando a morte cellulare. Uno step preliminare di riduzione risulta quindi necessario all'attività farmacologica dei complessi ossidati. Nonostante la sua importanza, il processo di riduzione da Pt(IV) a Pt(II) che avviene nella cellula è ancora largamente sconosciuto. Al fine di ottenere maggiori informazioni e considerato il livello di complessità dell'ambiente cellulare, abbiamo studiato la reattività di complessi deprotonati di Pt(IV) aventi la struttura base di cisplatino e carboplatino in fase gassosa. La loro frammentazione ha prodotto dei complessi ridotti in cui il platino presenta formalmente lo stato di ossidazione radicalico +3, che è notoriamente instabile rispetto ai due stati di ossidazione a elettroni pari +2 e +4. Il fine di questo progetto è quello di caratterizzare tramite spettroscopia a dissociazione indotta da assorbimento multiplo di fotoni IR (IRMPD) i modi vibrazionali delle specie formalmente di Pt(III) e correlare queste informazioni alla struttura elettronica tramite confronto con calcoli a livello DFT, MP2 e CCSD. Questo ci permetterà di valutare l'eventuale partecipazione di diversi leganti alla stabilizzazione dell'elettrone spaiato del platino e confermare l'effettivo stato di ossidazione del metallo.