Michelangelo e la cultura architettonica del suo tempo tra singolarità e norma
Componente | Categoria |
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Flaminia Bardati | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
Fulvia Vannuzzi | Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca |
La ricerca affronta, in chiave pluridisciplinare, il tema dell'architettura di Michelangelo Buonarroti indagandola attraverso temi e strumenti propri di questa arte. Nella più recente storiografia michelangiolesca (Michelangelo. Arte - Materia - Lavoro, 2019, a cura di A. Nova, V. Zanchettin, Marsilio; Michelangelo. Divine draftsman and designer, 2017, catalogo a cura di Carmen C. Bambach dell'ultima mostra al Metropolitan Museum of Art di New York), sopravvive la tendenza a descrivere e valutare le opere architettoniche dell'artista come il risultato, a grande scala, del lavoro di uno scultore, esaltandone qualità plastiche e formali, addirittura relegando le prime esperienze fiorentine, tutte appartenenti al complesso religioso di San Lorenzo, a meri esercizi di allestimenti di interni. Tra gli obiettivi di questo lavoro, c'è quello di studiare l'opera di Michelangelo secondo i suoi principi più strettamente architettonici, a partire dalla profonda interiorizzazione da parte del Buonarroti della lezione vitruviana sul significato strutturale dell'ordine architettonico. Approfondimenti saranno estesi inoltre al tema della comprensione delle innovazioni michelangiolesche e della loro interlocuzione con le altre arti del disegno da parte di contemporanei ed epigoni (perfino in contesto europeo, con particolare riferimento al caso francese); alla 'fortuna critica' della sua opera nei secoli successivi.
Al fine di comprendere funzioni e caratteristiche degli ordini architettonici impiegati da Michelangelo, la ricerca si avvale dei rilievi strumentali, in parte già condotti dal gruppo di ricerca, dei due più importanti monumenti fiorentini realizzati dall'architetto: la Sagrestia Nuova e la Biblioteca Laurenziana.