Neuropatia delle piccole fibre e decadimento cognitivo in pazienti affetti da diabete mellito autoimmune
Componente | Categoria |
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Raffaella Buzzetti | Tutor di riferimento |
Il decadimento cognitivo è una tra le emergenti complicanze croniche in corso di diabete mellito (DM). Tale complicanza insorge precocemente nei pazienti affetti da DM autoimmune (AD), che comprende i pazienti affetti da DM tipo 1 (DM1) e "latent autoimmune diabetes in adults" (LADA). Età di insorgenza, durata di malattia e scarso compenso glicemico sono fattori di rischio noti per l'insorgenza del decadimento cognitivo nei pazienti con AD. Alcuni dati sembrano suggerire anche un'associazione con le complicanze microvascolari e in particolare con la neuropatia diabetica. Inoltre, in soggetti sani, la neuropatia delle piccole fibre, valutata con la metodica della microscopia confocale corneale (CCM), è stata associata con la presenza e la severità del decadimento cognitivo. Infine, nella ricerca di marcatori precoci di decadimento cognitivo, crescente importanza è stata data al ruolo dell'osteocalcina (OC). Tuttavia, ad oggi nessuna evidenza in merito all'associazione tra neuropatia delle piccole fibre e decadimento cognitivo è stata mai riscontrata in corso di AD.
Obiettivo primario sarà valutare eventuali correlazioni tra la neuropatia delle piccole fibre e il decadimento cognitivo nei pazienti affetti da AD.
Obiettivi secondari saranno valutare le correlazioni tra OC e decadimento cognitivo ed eventuali differenze tra T1D e LADA in termini di funzionalità cognitiva.
Studio osservazionale trasversale. Sample size totale di 84 pazienti affetti da AD.
Sarà valutata la presenza di neuropatia delle piccole fibre con metodica CCM, sarà valutato lo stato cognitivo con i test "Montreal Cognitive Assessment" e "Mini-Mental State Examination" e saranno dosati i livelli sierici di OC con test ELISA.
I risultati di questo studio potrebbero ampliare le conoscenze in merito alla possibile relazione tra neuropatia delle piccole fibre e decadimento cognitivo nei pazienti con AD, permettendo anche di studiare per la prima volta la funzionalità cognitiva nei pazienti LADA.