CORRELAZIONE TRA PESTICIDI ORGANO-CLORURATI E RESISTENZA ALLE TERAPIE ANTITUMORALI: FOCUS SUL BETA-ESACLORO-CICLOESANO (BETA-LINDANO)
Componente | Qualifica | Struttura | Categoria |
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Luigi Montano | Uro-Andrologo Ospedaliero | ASL Salerno | Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca |
David Cannella | Assistant Professor | Universite Libre de Bruxelles | Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca |
Tra le varie patologie inerenti l'organismo umano alla fine del secolo scorso è stata coniata una nuova definizione, "civilization diseases". Questo termine comprende tutte quelle patologie (cancro, malattie neurodegenerative, cardiovascolari e metaboliche) la cui causa non è un¿alterazione intrinseca del funzionamento dei processi fisiologi umani ma è innescata da sostanze o composti non naturali, tra cui i pesticidi organoalogenati. Gli organoalogenati sono i più diffusi tra gli inquinanti ambientali e rappresentano una classe di composti chimici molto stabili, persistenti e bioaccumulabili. L'Esaclorocicloesano (HCH), un pesticida ampiamente utilizzato tra gli anni 60'-70', ha lasciato una pesantissima eredità sia sull'ambiente che sull'uomo. In particolare è l'isomero beta, un sottoprodotto di sintesi, che in relazione alla sua struttura chimica è molto stabile e difficilmente degradabile. Questo ha reso il beta-HCH uno degli inquinanti ambientali più abbondanti e diffusi sul nostro pianeta, e finora ne sono state individuate 7 milioni di tonnellate. Malgrado ciò, questa molecola piccola ma di grande e grave impatto sull'ambiente e sull'uomo, è poco studiata. Il nostro gruppo di ricerca dal 2015 si è focalizzato sullo studio dei meccanismi di cancerogenesi del beta-HCH utilizzando come modello diverse linee cellulari. L¿oncoproteina STAT3 risulta essere la responsabile di questa sua azione. Sulla base di questi risultati e valutando che il beta-HCH possa attivare, sia come interferente endocrino che come xenobiotico, altre vie di segnale (ormonali e del recettore arilico), possiamo ipotizzare che questa molecola possa interferire con la risposta alle terapie oncologiche nelle popolazione inquinate da beta-HCH, instaurando così un fenomeno di chemioresistenza. E' di grande interesse scientifico e notevole impatto sociale verificare questa ipotesi e chiarirne i meccanismi in modo tale da avere strumenti necessari per affrontare questa problematica sanitaria.