Peccato, impurità e malattie. Ritualità e linguaggio del processo di espiazione nell'Arabia del I millennio a.C. in una prospettiva diacronica e comparativa
Il progetto ha lo scopo di indagare alcuni particolari aspetti del rituale espiatorio sudarabico attestato in epoca preislamica (VII-I sec. a.C.), da approfondire poi in una prospettiva diacronica e comparativa. Negli ultimi anni, anche grazie a nuove acquisizioni documentarie, è stato possibile raggiungere una nuova consapevolezza su natura e distribuzione dei testi relativi a questa pratica espiatoria, gestita in ambito sacerdotale, talvolta anche con il coinvolgimento del sovrano per i casi di espiazione collettiva. Grazie alla disponibilità di un ulteriore lotto di iscrizioni inedite conservate presso il Museo Nazionale di Sanaa, sarà possibile acquisire ulteriori elementi utili all'inquadramento di questo fenomeno. In un'ottica di una rivalutazione trasversale dei documenti noti, ci si occuperà di approfondire alcuni problemi relativi ai due campi lessicali relativi alle norme di purità e alle malattie, due settori particolarmente evocati in questa tipologia testuale. Verrà inoltre dedicato spazio allo studio di due specifici aspetti della ritualità, cercando di evidenziare sia il ruolo del sovrano nelle espiazioni collettive, sia quello sacerdotale nella gestione della procedura espiatoria. Si prevede infine di allargare l'orizzonte d'indagine in senso comparativo, anche grazie allo studio di alcuni testi di purificazione della Siria di III e II millennio, in modo particolare di Ebla e Ugarit, dove ricorre nuovamente la figura del sovrano quale esponente primario per rituali purificatori comunitari. Questa prospettiva diacronica si muoverà dunque parallelamente al fine di evidenziare elementi relativi a un comune sostrato, sia per gli aspetti del linguaggio, sia per quelli della ritualità.