Sin dalla notte dei tempi, le forme del linguaggio poetico hanno aiutato i cantori di ogni lingua e cultura a preservare le conoscenze di un popolo, quand¿ancora la scrittura era lungi dall¿essere considerata un supporto affidabile alla trasmissione delle stesse. Duemila anni dopo, nell¿era della virtual reality e del click marketing, le potenzialità comunicative del linguaggio poetico figurano come un tema del tutto sottostimato. Lo dimostra la poca attenzione che la letteratura specializzata (umanistica e scientifica) presta allo studio delle capacità mnemotecniche ed emotigene degli enunciati in versi e rima. Ci si domanda quindi se l'impiego delle strutture metrico rimiche appartenenti alla nostra grande tradizione letteraria sia funzionale allo scambio di informazioni, se, in particolare, esso incida positivamente nel processo di ricezione. In questo studio verrà sviluppato un setup sperimentale che applicherà la raccolta delle variazioni dei ritmi elettroencefalografici (EEG), della frequenza cardiaca (FC) e della conduttanza cutanea (GSR) alla visione di pubblicità appositamente create sulla base di strutture metrico-rimiche scelte, e messe a paragone con i corrispettivi spot televisivi in prosa. A parità di contenuto e di stimolo, le risposte attenzionali, emozionali e cognitive di campione di riferimento, formato da giovani studenti universitari, verranno valutate durante la ricezione dei messaggi tramite la stima di indici neurometrici (AW, EfI ed EI) ci consentiranno di misurare l'efficacia percepita di messaggi audiovisivi in termini di ricordo, attenzione ed emozione. L'indagine vorrebbe comprendere il ruolo della poesia nell¿odierna società dei consumi. Capire come il nostro sistema nervoso recepisce il linguaggio poetico vuol dire afferrarne l¿importanza nel mondo antico.