La ricerca intende indagare caratteri, luoghi e identità stratificate della città contemporanea, con particolare riferimento ai temi dell'integrazione e del multiculturalismo.
Il caso-studio sarà il quartiere Esquilino a Roma che, per la particolare condizione geografica e ambientale, al margine del centro storico ma strategicamente favorevole allo scalo di persone, merci e risorse necessarie per l'approvvigionamento urbano, da sempre incarna la funzione di "arrival city", città dell'approdo, delle identità multiple, che trovano qui il modo di radicarsi.
Attraverso il progetto di architettura, la ricerca si farà interprete dei processi di trasformazione in atto, che sembrano indicare il bisogno di strutturare gli spazi in termini di coabitazione culturale e religiosa.
L'omogeneità e l'alta qualità architettonica del comparto urbano di riferimento porterà il gruppo a concentrarsi, da un lato, sulla trasformazione degli spazi interstiziali, sui margini delle infrastrutture, sul ripensamento della mobilità e della qualità dei fronti e delle attività che affacciano sulla quota urbana; dall'altro, sul nodo spaziale della stazione Termini e della piazza dei Cinquecento, che allo stato attuale è occupata da un esteso stazionamento delle linee degli autobus e da sporadiche emergenze che segnalano le discese alle linee metropolitane.
Il lavoro intende porsi in sinergia con altre ricerche in corso nel Dipartimento di Architettura e Progetto, e in particolare con due progetti di Ateneo incentrati sullo studio dei modelli urbani dell'Esquilino (anno 2018, resp. L. Reale) e sugli scenari trasformativi dell'area di Termini (anno 2019, resp. M. Raitano, di cui la proponente è componente).
L'obiettivo è quello di portare a compimento questi lavori all'interno di un quadro più ambizioso e completo, interdisciplinare e innovativo, capace di affrontare gli aspetti dell'accoglienza e del multiculturalismo ad oggi non trattati negli studi precedenti.