Il progetto di ricerca si propone di esaminare un tema che è recentemente emerso in tutta la sua drammaticità, quello dei presupposti della salvaguardia della salute individuale e collettiva. Non solo e non tanto in termini sanitari, ma anche storici, teoretici e istituzionali: l'intento infatti della ricerca, che si avvarrà della collaborazione di studiosi italiani e stranieri esperti in diversi ambiti del sapere (filosofia, sociologia, storia delle scienze e delle tecniche, storia delle istituzioni, medicina, scienze cognitive, cultural studies, scienze del linguaggio e della comunicazione, etc.), è mettere in evidenza la necessità di un approccio epistemico plurale - al di là della tradizionale divisione delle 'due culture', quella tecnico-scientifica e quella delle scienze umane - per una nuova concezione integrata della salute individuale e collettiva, fisica, psichica e sociale.
La ricerca prenderà le mosse dall'analisi della storia dell'istituzione alla fine degli anni '70 dello scorso secolo in Italia del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), fondato su una concezione assai avanzata di salute pubblica, apprezzata anche in campo internazionale. Oggetto di ulteriori, recenti riforme specie a livello regionale, nel segno di una sistematica privatizzazione e di una riduzione dei finanziamenti pubblici e della medicina territoriale, le strutture dell'attuale SSN, soprattutto nel Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Veneto) e il diritto alla salute sono stati messi in questione dal Covid19. A partire da questo dato, la ricerca si propone di far dialogare i diversi campi del sapere per ripensare in maniera innovativa lo spirito universalistico ed egualitario della nostra sanità pubblica nel più ampio quadro dell'Unione Europea.