La recente pandemia ancora in corso della nuova infezione da SARS-CoV 2 ha messo in evidenza quanto sia importante avere non solo una solida struttura sanitaria ma anche una organizzazione scientifica in grado di supportare la ricerca rapidamente e in modo efficiente. In pochi mesi si è caratterizzato l¿agente eziologico, si sono definite le vie di trasmissione, si è trovato un test molecolare per la diagnosi routinaria, si sono sviluppati degli approcci terapeutici.Gli studi patogenetici hanno messo in luce l¿importanza della risposta dell¿ospite che è capace di determinare il differente decorso clinico, da infezione asintomatica a malattia ad alta mortalità. La risposta infiammatoria/ immunitaria sembra essere determinante nelle sue numerose sfaccettature ed è stata presa in considerazione come target delle possibili opzioni terapeutiche. I dati sull¿utilizzo dei farmaci immunomodulanti sono però ancora preliminari e suggeriscono una risposta multiforme che necessita di maggiore caratterizzazione. Il nostro studio si pone l¿obiettivo di valutare il ruolo dell¿immunità naturale nella patogenesi dell¿infezione da SARS-CoV 2 andando a studiare lo stato immuno-infiammatorio di una corte di pazienti COVID-19, già costituita, all¿esordio della sintomatologia e a differenti tempi, correlandola con il differente grado di coinvolgimento polmonare e con la gravità clinica. Si prevede di seguire i pazienti nel tempo anche dopo 6 mesi dalla guarigione. Inoltre sarà effettuata un¿analisi dell¿effetto dei farmaci immunomodulanti maggiormente utilizzati in Italia, tocilizumab e steroidi in termini di modulazione dei biomarkers e di risposta clinica al trattamento. Si analizzerà il rilascio di marcatori dell¿attivazione monocitomacrofagica quali sCD163, sCD14, IL-8, IL-1 e IL-6, TNFalfa, cosi come le sottopopolazione di cellule dendritche e monociti circolanti, la presenza di alfa e beta defensine, comparandoli alla risposta T e B specifica.