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La formazione dell'attore è un tema di indagine vasto e complesso che costituisce la problematica più controversa nell'ambito degli studi teatrali. Gli attuali sistemi pedagogici, al centro del dibattito tra artisti e studiosi, possono essere studiati solo attraverso la comprensione delle pratiche formative del passato da cui essi derivano.
La pedagogia di Michel Saint-Denis, dimenticata e talvolta ignorata dagli storici del teatro, rappresenta invece un caso di studio esemplare. Tra i principali eredi di Jacques Copeau, la sua rilevanza eguaglia e forse supera quella di Étienne Decroux e di Jacques Lecoq per due ragioni:
1) è stato il primo a tradurre le pratiche riscoperte all'École du Vieux-Colombier e dai Copiaus in un metodo fisso;
2) ha traghettato gli insegnamenti di Copeau nel mondo teatrale anglofono.
La vasta documentazione esistente, suddivisa tra diversi fondi in Europa e America del Nord, consente di restituire a Saint-Denis il riconoscimento di cui è stato privato. Nel primo anno di dottorato ho visionato i documenti conservati presso il Fond Michel Saint-Denis (Bibliothèque nationale de France - Richelieu, Parigi). Da essi emergono due aspetti della sua carriera che difficilmente si evincono dalla letteratura di riferimento: da un lato l'accoglienza se non altro sorprendente da parte del teatro londinese, alla fine degli anni Trenta, delle modalità di preparare gli attori e di produrre spettacoli di cui Saint-Denis si fa portatore; dall'altro l'influenza che la sua pedagogia ha avuto in Inghilterra, Stati Uniti e Canada nella messa a punto dei training attoriali successivi.
L'obiettivo del progetto è dunque quello di interrogare i materiali conservati negli archivi inglesi, in particolare presso la British Library di Londra, al fine di comprendere la reciproca influenza tra pratiche attoriali e culture teatrali diverse, quali quella inglese e quella francese, e di rintracciare il lascito di Saint-Denis negli attuali sistemi di formazione dell'attore.