Correlati neurofisiologici della bradicinesia nella Malattia di Parkinson
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Giulia Paparella | Dottorando/Assegnista/Specializzando componente il gruppo di ricerca |
La Malattia di Parkinson (MP) è un disordine neuro-degenerativo progressivo caratterizzato clinicamente da bradicinesia, rigidità, tremore, disturbi della deambulazione ed instabilità posturale. Per bradicinesia si intende alla lettera rallentamento del movimento volontario. Tuttavia recenti evidenze scientifiche, ottenute in studi neuro-fisiologici che si sono avvalsi di tecniche di analisi del movimento, hanno dimostrato che oltre al rallentamento, i pazienti affetti da MP eseguono movimenti volontari caratterizzati da ridotta ampiezza (ipocinesia), alterato ritmo (disritmia) e da un caratteristico decremento in ampiezza e velocità dei movimenti ripetitivi e sequenziali, noto come effetto-sequenza. Le basi fisiopatologiche delle alterazioni del movimento volontario nella Malattia di Parkinson non sono ad oggi del tutto note. Secondo i modelli fisiopatologici attualmente accreditati la progressiva degenerazione della via nigro-striatale e la conseguente denervazione dopaminergica dei gangli della base determinerebbe un alterata attività del globo pallido ed una eccessiva inibizione del talamo con conseguente ridotta attivazione dell'area motoria primaria (M1). Nell'uomo, M1 può essere studiata in maniera non invasiva mediante l'impiego di tecniche di stimolazione magnetica transcranica (transcranial magnetic stimulation - TMS). L'utilizzo della TMS in pazienti affetti da MP ha effettivamente messo in evidenza diverse alterazioni che riguardano i meccanismi che regolano l'eccitabilità di intreneuroni corticali e di plasticità sinaptica di M1. In alcuni studi, le suddette alterazioni sono state messe in relazione alla severità della MP, quantificata mediante scale cliniche standardizzate. Lo scopo del presente progetto è quello di valutare eventuali alterazioni tra i paramenti di eccitabilità e plasticità di M1 e le alterazioni del movimento quantificate in maniera oggettiva mediante tecniche di analisi cinematica in pazienti affetti da MP.