Rapporti tra parametri idrogeologici e idrogeochimici ed eventi sismici in Italia Centrale

Anno
2017
Proponente Marco Petitta - Professore Ordinario
Sottosettore ERC del proponente del progetto
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Carlo Doglioni Componenti il gruppo di ricerca
Maurizio Barbieri Componenti il gruppo di ricerca
Componente Qualifica Struttura Categoria
Chiara Sbarbati Assegnista Dipartimento Scienze della Terra Altro personale Sapienza o esterni
Alessandro Lacchini Assegnista Dipartimento Scienze della Terra Altro personale Sapienza o esterni
Francesca Banzato Assegnista Dipartimento Scienze della Terra Altro personale Sapienza o esterni
Andrea Billi Ricercatore CNR CNR-IGAG Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria Altro personale Sapienza o esterni
Marino Domenico Barberio Dottorando Dipartimento Scienze della Terra Altro personale Sapienza o esterni
Abstract

L'obiettivo del presente progetto è quello di individuare possibili precursori sismici a partire dal monitoraggio idrogeologico, idrogeochimico, geodetico e sismico del territorio. Il ciclo sismico, infatti, è accompagnato da variazioni dello stato tensionale che diventano più intense alla fine del periodo intersismico. La modifica dello stress provoca variazioni nella migrazione dei fluidi; ci si possono quindi aspettare dei cambiamenti nella circolazione e nella geochimica delle acque sotterranee. Si ritiene che nel periodo intersismico la dilatazione del volume al tetto di una faglia normale, al di sopra della transizione fragile-duttile, provochi un aumento del volume dei vuoti, con un aumento della permeabilità a cui segue una diminuzione dei livelli piezometrici (fase intersismica); quando il volume interessato dalla dilatazione inizia a cedere, le fratture tendono a chiudersi e i fluidi ad andare in pressione, provocando un'inversione del trend piezometrico (fase pre-sismica) che culmina nella fase cosismica. Per tale motivo, a fine 2015 è stata individuata come area di studio la piana di Sulmona; tale settore è stato interessato in passato da forti terremoti e si trova lungo il prolungamento tettonico a SSW delle faglie da cui si è enucleato il terremoto Mw 6.3 che colpi L'Aquila il 6/4/2009 e del fascio di faglie esterne alla catena appenninica che hanno provocato la recente sequenza sismica di Amatrice-Norcia 2016. Inoltre, il territorio è caratterizzato da un basso valore di strain-rate indicativo di potenziali futuri terremoti. E' ora necessario provvedere al potenziamento di questo primo sito pilota, che prevede l'installazione di ulteriori sensori e attività di campo per il monitoraggio idrogeologico e idrogeochimico. Si intende inoltre procedere all'allestimento di almeno un'altra rete di rilevamento in un'area caratterizzata da alto rischio sismico.

ERC
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