Nuove prospettive nello studio delle microfaune bentoniche di aree marine interessate da processi naturali ed antropici: il golfo di Patti (Tirreno meridionale).

Anno
2017
Proponente Letizia Di Bella - Professore Associato
Sottosettore ERC del proponente del progetto
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Francesco Latino Chiocci Componenti il gruppo di ricerca
Componente Qualifica Struttura Categoria
Virgilio Frezza ex-assegnista Dipartimento di Scienze della Terra Università Sapienza Roma Altro personale Sapienza o esterni
Peter Frenzel Professore universitario Institute of Geosciences Università di Jena Germania Altro personale Sapienza o esterni
Martina Pierdomenico assegnista CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE, ISTITUTO DI GEOLOGIA AMBIENTALE E GEOINGEGNERIA (CNR-IGAG) Altro personale Sapienza o esterni
Abstract

La ricerca proposta è finalizzata all¿utilizzo delle comunità micro- e meiobentoniche come strumento nella caratterizzazione ambientale dei canyon sottomarini presenti nel Golfo di Patti nella Sicilia Nord-Orientale. La ricerca si propone di investigare le relazioni tra processi sedimentari, modelli idrologici e distribuzione dei microhabitat in un contesto ambientale altamente dinamico e fortemente controllato da un peculiare regime idrologico quale quello legato alle fiumare. Questi lineamenti trovano il loro normale proseguimento, nella piattaforma continentale, in profonde incisioni che costituiscono delle vie preferenziali per il trasporto di sedimenti, masse d¿acqua e sostanza organica, fattori che possono contribuire sia ad una maggiore eterogeneità degli habitat sia ad incrementarne la produttività. Studi recenti in questi contesti geodinamici hanno evidenziato come le associazioni a foraminiferi possano dare un significativo contributo sia per la comprensione delle dinamiche deposizionali e dell'evoluzione dei margini continentali, che dei processi di degradazione e/o bioaccumulo dei rifiuti con particolare riguardo alle microplastiche. Adottando un approccio multidisciplinare già utilizzato con successo dai gruppi di Micropaleontologia e di Geologia Marina del Dipartimento di Scienze della Terra della ¿Sapienza¿ Università di Roma, in collaborazione con il CNR-IGAG, i dati raccolti andranno ad implementare il database di conoscenze già in essere per l'area mediterranea e costituiranno un vincolo utile per le ricostruzioni ambientali nel record fossile. Inoltre la ricerca si propone di sperimentare nuove tecniche metodologiche attualmente in uso in altri ambiti, come la laser ablation e la spettoscopia ad infrarossi, che potrebbero far luce sull¿individuazione di eventuali elementi di origine antropica nella composizione del guscio.

ERC
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