Essere, forma, cambiamento: ontologie antiche e questioni contemporanee

Anno
2017
Proponente Diana Quarantotto - Professore Associato
Sottosettore ERC del proponente del progetto
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Francesco Fronterotta Componenti il gruppo di ricerca
Abstract

L'ontologia è nata in Grecia e alcune tesi degli autori antichi su importanti questioni ontologiche si ripresentano nel dibattito attuale. Spesso, tuttavia, i filosofi tendono a considerare l'ontologia antica come una questione chiusa e a ritenerla di pertinenza degli storici. Scopo del progetto è sviluppare ricerche che favoriscano le scambio di idee tra storici della filosofia antica e filosofi. Ci proponiamo di indagare alcune concezioni antiche di "essere", "forma" e "cambiamento", sfruttando le acquisizioni del dibattito attuale e mirando a far emergere i contributi originali che l'ontologia antica è in grado di fornire. Ci occuperemo del pensiero di Aristotele e, come suo antecedente, di quello di Platone. Scopo del progetto su Aristotele è di evidenziare gli aspetti processuali della sua ontologia. Questi ultimi sono stati relativamente trascurati dagli interpreti, i quali tendono generalmente ad attribuire ad Aristotele una distinzione netta tra essere/forma e cambiamento. Questa interpretazione sembra però contraddetta da diversi passi (che saranno oggetto della nostra indagine); in primis, dal fatto che l'essere - nel senso di forma o essenza - è concepito da Aristotele come un processo: l'essere delle sostanze (i viventi) è un particolare tipo di processo (vita, energeia). Platone rappresenta un predecessore di questa posizione: basti solo considerare la questione sollevata nel Sofista intorno ai cosiddetti generi "sommi", i primi tre dei quali sono individuati nell'essere, nel movimento e nella quiete, di cui Platone si propone di esaminare e ricostruire lo statuto e le reciproche relazioni. L'essere come tale "si muove" o è "in quiete" o entrambe le cose insieme? E, se si ammette l'ultima opzione, come è possibile che una stessa realtà, l'essere, allo stesso tempo "si muova" e sia "in quiete"? Si tenterà di mostrare come simili interrogativi costituiscano altrettanti fecondi punti di partenza per l'analisi aristotelica.

ERC
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