Il fidgeting come strategia di compensazione della noia basata sul rinforzo sensoriale.
Componente | Categoria |
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Francesco Di Nocera | Tutor di riferimento |
Durante lo svolgimento di attività molto lunghe, monotone e poco impegnative gli esseri umani non sono in grado di mantenere un livello di attenzione costante e si osserva un decremento della prestazione. La Mindlessness Theory, una delle principali teorie che spiegano questo fenomeno, suggerisce che il calo della performance sia dovuto principalmente alla noia, uno stato interno difficile da misurare direttamente. Un tentativo di risolvere questo problema è misurare indirettamente la noia attraverso un suo indicatore comportamentale. Diversi studi hanno indagato la relazione tra noia e fidgeting, inteso come l¿insieme di movimenti spontanei e involontari del corpo. In questo senso, la possibilità di usare il fidgeting per misurare la noia potrebbe offrire nuove prospettive per studiare il calo della prestazione in compiti monotoni. Tuttavia, i risultati preliminari presentano delle limitazioni dal punto di vista metodologico, in quanto si riferiscono a una tendenza generale al fidgeting, raccogliendo informazioni unicamente attraverso misure self-report. Per risolvere questo problema, il progetto si propone di fornire indicazioni molto accurate sull¿entità dei movimenti dei singoli arti, consentendo di studiare i movimenti che rientrano nella definizione di fidgeting. Per farlo, sarà condotto uno studio basato su un compito di vigilanza nel quale saranno misurati i movimenti degli arti. La possibilità di avere una stima indiretta della noia basata su una misura obiettiva del fidgeting comporterebbe diversi benefici sia dal punto di vista euristico, sia dal punto di vista applicativo.