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Nell'ambito della prevenzione delle patologie dementigene si propone un progetto di ricerca che intende evidenziare come modifiche apportate negli stili di vita delle persone possano ridurre il rischio di incorrere nella malattia. Infatti, esistono una serie di fattori modificabili di tipo vascolare e relativi agli stili di vita, che costituiscono una parte importante di tutte le "esposizioni ambientali" a cui si è sottoposti nell'arco della vita. Complessivamente, i dati osservazionali hanno evidenziato che i problemi vascolari e i fattori di rischio psicosociale possono aumentare il rischio di demenza/AD; allo stesso tempo, una modesta riduzione degli stessi può notevolmente diminuire il rischio complessivo e ritardare l'insorgenza di demenza/AD (Norton et al., 2014).
La natura multifattoriale delle malattie neurodegenerative, che emerge dalle ricerche epidemiologiche e neurobiologiche sull'argomento, suggerisce l'adozione di strategie multidimensionali in grado di combinare la gestione clinica dei fattori di rischio cardiovascolari e la promozione di uno stile di vita fisicamente, mentalmente e socialmente attivo.
Di recente, è stato, infatti, stimato che circa un terzo dei casi di AD nel mondo sono potenzialmente attribuibili a 7 fattori di rischio modificabili (diabete mellito, ipertensione arteriosa, obesità, fumo, depressione, ridotti livelli di attività fisica, bassa scolarità o scarso coinvolgimento in attività cognitivamente stimolanti) e che una riduzione del 10% per decade della prevalenza di questi fattori potrebbe consentire di ridurre la prevalenza dell'AD dell'8,3% entro il 2050 (Barnes et al., 2012).
Sulla scorta di quanto detto, si delinea un crescente interesse rivolto all'identificazione e implementazione di strategie in grado di considerare la natura multifattoriale del fenomeno, al fine di prevenirne o ritardarne l'insorgenza.