Confronto tra due tecniche chirurgiche per il trattamento delle cisti endometriosiche finalizzato al risparmio del tessuto ovarico, alla identificazione di parametri clinici e di laboratorio associati a danno sulla riserva ovarica, e alla valutazion...

Anno
2017
Proponente Ludovico Muzii - Professore Ordinario
Sottosettore ERC del proponente del progetto
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Daniela Pietrangeli Componenti il gruppo di ricerca
Componente Qualifica Struttura Categoria
Antonella Anzuini Tecnico di Laboratorio Medicina Sperimentale, Sapienza Altro personale Sapienza o esterni
Michele Vignali Professore Associato Ginecologia, Università di Milano Altro personale Sapienza o esterni
Valentino Bergamini Dirigente I Livello Ginecologia, Ospedale di Verona Altro personale Sapienza o esterni
Violante Di Donato Borsista Ginecologia, "Sapienza" Altro personale Sapienza o esterni
Abstract

Il gold-standard della terapia della cisti endometriosica è l'asportazione completa in laparoscopia (escissione mediante "stripping" della parete cistica). Recentemente sono però emersi dati sul possibile danno determinato dalla chirurgia escissionale sul tessuto ovarico. Sono stati riportati dati di ridotta riserva ovarica valutati con dosaggio dell'ormone anti-Mulleriano (AMH) a sostegno di un possibile danno chirurgico sul tessuto ovarico sano. Studi istologici sulla parete della cisti endometriosica asportata chirurgicamente hanno dimostrato che, con l'intervento chirurgico, parte di tessuto ovarico viene asportato inavvertitamente insieme all'endometrioma.
Il presente studio si propone di confrontare due tecniche chirurgiche per l'asportazione dell'endometrioma, per valutare quale tecnica sia più rispettosa del tessuto ovarico sano. Le pazienti, con indicazione a intervento chirurgico per sterilità e/o dolore pelvico cronico in presenza di endometrioma, verranno randomizzate a procedura tradizionale di stripping della parete, o a una tecnica "combinata", che combini, appunto, la tecnica di stripping, eseguita per circa i due terzi della procedura, con la metodica di ablazione bipolare della parete cistica, riservata all¿ultima parte della procedura, in prossimità dell'ilo vascolare, nel tentativo di provocare meno danno sul parenchima ovarico residuo. Le pazienti saranno poi seguite a 3, 6, 9 e 12 mesi con valutazioni cliniche, biochimiche (AMH) ed ecografiche (valutazione dell'AFC, conta dei follicoli antrali), della cura della patologia, e di eventuali recidive durante il follow-up. I dati clinici, chirurgici, istologici e di follow-up verranno analizzati per valutare se le due tecniche siano comparabili per gli outcome clinici (gravidanze, cura del sintomo dolore, recidiva ecografica di cisti), e per valutare quale tecnica sia più rispettosa della riserva ovarica (valutazione di AMH e AFC).

ERC
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