Parole sante. L'agiografia di Venanzio Fortunato
Componente | Qualifica | Struttura | Categoria |
---|---|---|---|
Martina Pavoni | Dottoranda | Sismel Firenze | Altro personale Sapienza o esterni |
Mariangela Lanza | Docente Abilitata | Scuola Statale | Altro personale Sapienza o esterni |
Francesca Tarquinio | Dottoranda | Sismel Firenze | Altro personale Sapienza o esterni |
Venanzio Fortunato, poeta formatosi nell¿ancora classica Ravenna ed emigrato nella Gallia merovingia (VI secolo), è autore di una abbondante produzione agiografica: il poema esametrico Vita Martini e alcune vite in prosa sulle quali si intende incentrare la presente ricerca. Ad eccezione della Vita Radegundis, le vite venanziane sono tutte vite episcopali, commissionate da vescovi che, esaltando i loro predecessori, intendevano celebrare la propria sede episcopale. L¿agiografia di Venanzio è dunque in prima istanza un¿agiografia politica. I santi celebrati sono tutti vissuti in Gallia: Venanzio delinea così i contorni di una Gallia santa che è dunque tacitamente additata come esempio di Christiana res publica. Non manca l¿intento edificatorio: Venanzio afferma di scrivere ad aedificationem plebis (vit. Hilarii e vit. Albini). In quel VI secolo di rovina e decadenza Venanzio intende proporre modelli di santità anche alla ricerca di quell¿ordine morale e sociale che il suo amico Gregorio di Tours non riesce a trovare nella sua Historia Francorum.