Spazi funzionali dell'architettura sacra post-tridentina nello Stato della Chiesa: elaborazione e diffusione di modelli

Anno
2017
Proponente Augusto Roca De Amicis - Professore Ordinario
Sottosettore ERC del proponente del progetto
Componenti gruppo di ricerca
Componente Categoria
Marisa Tabarrini Componenti il gruppo di ricerca
Maurizio Ricci Componenti il gruppo di ricerca
Abstract

Il cardinale Carlo Borromeo sintetizza e riordina i dettami conciliari nel suo trattato del 1577 "Instructionum fabricae et suppellectilis ecclesiasticae", elaborando specifici modelli architettonici per l'architettura sacra. La codificazione si estende a quegli spazi funzionali che, dopo il Concilio non più meramente subordinati alle chiese, assumono un rinnovato ruolo di snodi liturgici, ambienti devozionali, luoghi di preghiera o di assemblea. Le nuove prescrizioni toccano gli spazi distributivi dei complessi conventuali, i refettori, le sagrestie, che divengono oggetto di sperimentazione per la messa a punto di modelli innovativi, soprattutto per quanto riguarda le ricerche sulla centralizzazione degli spazi e i criteri distributivi delle residenze. Sono compresi gli oratori, centri di adunanza che San Filippo Neri distingue dalle chiese. Le novità si estendono dai modelli d'impianto all'introduzione di nuovi elementi nell'articolazione spaziale - si pensi alle finestrelle eucaristiche nelle sagrestie dei conventi femminili - fino all'allestimento di nuovi arredi liturgici. Si tratta di una nuova sfida per gli architetti che interpretando le regole tridentine, sia per l'adeguamento delle architetture preesistenti, sia per la progettazione del nuovo, sono costretti a modificare gli standard dell'edilizia religiosa preconciliare. E' soprattutto nella Roma della prima metà del Seicento, che una generazione di figure poco note e apparentemente di secondo piano, come Mario Arconio, Gaspare De Vecchi, Antonio Casoni, Paolo Maruscelli, Francesco Peparelli, riescono a innovare profondamente gli spazi dei nuovi complessi conventuali. Tali realizzazioni incidono e si diffondono capillarmente nello Stato della Chiesa, con repliche e varianti di cui si propone una prima classificazione, rivolgendo particolare attenzione alle aree dell'Umbria e delle Marche.

ERC
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