Le acque sotterranee costituiscono nel mondo una preziosa risorsa in quanto rappresentano la maggiore riserva di acqua potabile. Attualmente una ampia varietà di contaminanti tossici e bioaccumulabili, organici e inorganici, è rilevata nelle acque sotterranee a concentrazioni che spesso non ne consentono più l'uso primario. Ad oggi il "Pump & Treat" (P&T) è la tecnologia maggiormente utilizzata per il loro recupero. L'acqua sotterranea contaminata viene intercettata e trattata esternamente con conseguenti costi particolarmente elevati e progressivo depauperamento della risorsa. Proprio per far fronte a queste problematiche si sono sviluppati negli ultimi anni nuovi processi in situ e trattamenti ex situ in grado di migliorarne significativamente la "sostenibilità" complessiva. Tali processi sono basati sullo sviluppo di materiali, anche reperibili come materiale recuperati da processi differenti, per il trattamento di specifici contaminanti. Obiettivo principale del progetto è quindi lo sviluppo e la identificazione di "materiali reattivi" e la loro caratterizzazione per un utilizzo nella bonifica delle acque sotterranee contaminate da un ampio spettro di contaminanti in configurazioni impiantistiche differenti. I materiali in esame possono essere suddivisi in due categorie principali: nuovi materiali "reattivi" compositi "ZeroValent Iron-Biopolymer" e materiali "low cost" quali la lignina e il biochar. I materiali selezionati / sviluppati verranno caratterizzati approfonditamente per le loro caratteristiche superficiali e per la loro reattività nei confronti di diversi composti (adsorbimento, riduzione chimica, degradazione biologica) e successivamente studiati in configurazioni impiantistiche tipiche dei processi di bonifica (processi in situ, e trattamenti ex situ). Il progetto si avvale della competenza multidisciplinare dei componenti, dai processi industriali chimico-fisici, a quelli biotecnologici e ambientali e della capacità nel trasferimento di scala.