Religione e «natürliche Einstellung»: per un ripensamento fenomenologico dell'idea di religione naturale
La ricerca si propone di lavorare su un tema classico della filosofia della religione ¿ quello del rapporto tra religione e senso comune ¿ nella prospettiva teorica della fenomenologia della religione.
La questione della `religione naturale' appare piuttosto marginale nell'ambito della filosofia della religione contemporanea: in ambito `continentale' essa sembra suscitare un interesse meramente storico, mentre dal punto di vista della filosofia della religione `analitica' sembra coincidere sostanzialmente con il patrimonio di acquisizioni della natural theology (teologia razionale), perdendo così ogni rilevanza teorica specifica. L'innesto del problema husserliano della «natürliche Einstellung» consente di cogliere nella «naturalità» della religione un'istanza che è invece presentissima, sotto altra forma, nel dibattito filosofico-religioso contemporaneo, che solleva questioni del tipo: c'è ancora spazio per qualcosa come un'esperienza religiosa sul piano del vissuto di una quotidianità largamente secolarizzata e plasmata dall'immagine scientifica del mondo? E in che termini è ancora consentito parlare di `religione', al singolare, presupponendo un terreno in certo senso comune (`naturale', appunto) alle diverse tradizioni religiose? L'approccio fenomenologico mette in questione lo schema interpretativo largamente diffuso che vede nella religione un tratto di irrimediabile ingenuità dal quale la critica, filosofica e scientifica, aiuterebbe a liberarsi. A partire da questa prospettiva di ricerca si ricava inoltre una chiave di lettura nuova della tradizione (Spinoza, Kant, Jacobi, Schelling, Schleiermacher), che consente di individuare una linea parallela rispetto a quella per cui la religione naturale ha finito per coincidere con una versione più o meno esangue e artificiosa di deismo.