Pellegrino Tibaldi pittore-architetto tra Roma, Bologna e le Marche (1543-1563)
Pellegrino Tibaldi (1527-1596), nato a Puria di Valsolda e trasferitosi ancor giovane a Bologna con il padre, muratore e architetto, è considerato uno dei più rilevanti artisti del Cinquecento, esponente di spicco di quella fase storica che con terminologia assai problematica e discussa è definita Maniera o Manierismo.
L'importanza attribuita alla sua opera come pittore di scuola bolognese ha per un certo periodo sopravanzato il riconoscimento critico della sua attività architettonica. A partire dalla prima e finora unica monografia su Pellegrino architetto, quella di Hiersche (1913), la ricerca su questo settore della sua opera è andata intensificandosi, privilegiando però soprattutto le opere piemontesi e lombarde.
Il punto di svolta nella sua carriera, dopo l'apprendistato a Bologna, è rappresentato dal soggiorno romano, cominciato forse nel 1543, durante il pontificato di Paolo III Farnese (1534-1549) e poi di Giulio III Ciocchi del Monte (1550-1555). Alla frequentazione dei tanti artisti presenti nella capitale pontificia negli anni prima del 1553, quando, lasciata definitivamente Roma, cominciò la serie dei suoi spostamenti nel centro e nord Italia, Pellegrino deve la sua inconfondibile fisionomia di pittore e poi di architetto.
I suoi successivi soggiorni a Loreto, Ancona e Bologna, furono d'importanza fondamentale per la cultura figurativa cinquecentesca. Secondo le principali fonti storico-artistiche del XVI-XVII secolo (Vasari, Baglione) proprio ad Ancona Pellegrino divenne, da talentuoso pittore, anche architetto.
La ricerca intende approfondire questo particolare momento della sua biografia, analizzando le opere eseguite nelle Marche (Loreto, Ancona) e a Bologna, prima del suo pressoché definitivo trasferimento in Lombardia, dove la sua attività artistica fu prevalentemente rivolta all'architettura.