Soluzioni abitative in tempi di crisi: il "cohousing". Esempi, sperimentazioni, modelli progettuali.
La ricerca architettonica contemporanea sul tema della casa, a parte qualche eccezione, è orientata in due direzioni principali. La prima si concentra sul rinnovamento del linguaggio, producendo edifici dall'immagine fortemente attuale", soprattutto tramite trattamenti di superficie che avvolgono però soluzioni abitative tradizionali. La seconda, in nome della sostenibilità ambientale, punta all'applicazione di soluzioni tecnologiche e impiantistiche che anche in questo caso non producono sostanziali variazioni della struttura dell'alloggio e delle sue relazioni con l'intorno. Uno degli aspetti ancora irrisolti e poco indagati è quello relativo a una dimensione collettiva e condivisa dell'abitare, con la conseguente mancanza di una più ampia riflessione progettuale capace di generare luoghi per abitare insieme. Mancano strategie che sappiano intrecciare il privato e il pubblico, sfumando le soglie sempre più nette tra il proprio spazio di vita e quello altrui, proporre livelli differenziati di privacy, creare funzioni da condividere, luoghi intermedi dove potersi relazionare.
Il presente studio intende colmare questa carenza rivolgendosi al cohousing, inteso come forma di abitare collaborativo, come modello in grado di fornire soluzioni più idonee tanto in rapporto all'organizzazione dello spazio domestico quanto alla formazione di comunità. Divenuto negli ultimi anni uno strumento strategico di pianificazione edilizia e urbana in paesi come Danimarca, Olanda, Belgio, Regno Unito, si ritiene utile indagare le potenzialità di questa modello abitativo anche nel contesto italiano per risolvere il problema della domanda di alloggi a basso costo, dell'aggiornamento degli standard qualitativi del patrimonio residenziale ai mutamenti sociali in corso, dell' eccessiva dispersione degli insediamenti residenziali nei nostri contesti urbani, cresciuti senza un progetto di chiara convivenza e di relazioni l'uno con l'altro.