Il diritto alla città dalla modernità all'età digitale
Questo progetto di ricerca vuole indagare in una prospettiva storico-giuridico l'evoluzione del ¿diritto alla città¿ (droit de cité/droit de la ville/droit à la ville) nel passaggio europeo aperto dalle rivoluzioni atlantiche del tardo Settecento e attualmente immerso nella scomposizione dei piani istituzionali tra grandi metropoli, Global Cities, periferie e soggetti di una globalizzazione sempre più in trasformazione, dinanzi alle accelerazioni dell'economia digitale.
L'ambizione del progetto è quello di dare una lettura innovativa del ¿diritto alla città¿ come pratica sociale e giuridica che tiene insieme innovazione istituzionale e sociale, trasformazione delle istituzioni urbane, spazialità politica, inclusione, partecipazione civica, regolazione giuridica, affermazione di nuovi diritti dinanzi a ripiegamenti populistici e post-democratici.
Si parte dalla città rivoluzionaria di fine XVIII secolo, intesa come campo rigenerato, aperto all¿intero genere umano, per affermare e preservare la libertà comune, con rimandi alla tradizione greco-romana. La dimensione urbana era il luogo in cui soddisfare quello che successivamente è stato chiamato il ¿paradosso della cittadinanza¿, vale a dire l¿inclusione nel discorso civico di tutti quei soggetti, a partire dalle donne, altrimenti esclusi dal suffragio e quindi dalla partecipazione politica ed elettorale. Questo è il fatto nuovo che informa di sé i secoli a venire. Ed è un discorso che segna una novità nella dottrina giuridica e nella storiografia, in specie italiane, finora poco sensibili alla dimensione cittadina intesa come spazio pluralistico di innovazione socio-istituzionale in una prospettiva federata di democrazia policentrica. Per questo il nostro progetto multidisciplinare indaga un nuovo diritto alla città, come dimensione collettiva di cooperazione sociale, produzione normativa e trasformazione istituzionale calata nella tradizione civica dell'Italia e dell'Europa delle città.