Il tema della comunicazione politica e della propaganda elettorale mediante Internet, e particolarmente mediante i social network, è stato largamente studiato in sociologia, evidenziando il costante e progressivo incremento e la capacità persuasiva della comunicazione politica e della propaganda elettorale nel web. Anche ambito politologico, alcuni hanno ricondotto le nuove forme di comunicazione politica online fra le cause (o conseguenze) della disgregazione della tradizionale forma del partito politico, correlata alla disintermediazione della politica. I giuristi invece nell'ultimo decennio sembrano aver trascurato le implicazioni che il crescente ricorso a Internet e ai social media come veicolo di contenuti politici determina sull'esercizio delle libertà individuali. Si tratta di una GRAVE LACUNA, che questo progetto di ricerca intende in parte colmare. Lacuna che appare tanto più singolare in quanto negli anni precedenti i giuristi hanno spesso denunciato il grave pregiudizio che l'assetto concentrazionistico del sistema radiotelevisivo recava al principio del pluralismo informativo. Oggi il problema non è più quello della parità di chances nell'accesso ai mezzi di comunicazione, quanto quello di preservare la formazione di un'opinione pubblica libera e consapevole, al di là dei condizionamenti che possono provenire dal marketing politico-elettorale attraverso le piattaforme digitali. Occorre riflettere sugli strumenti per contrastare la disinformazione e l'estremizzazione del dibattito politico, assicurare la trasparenza dei messaggi politici nel web, preservare la segretezza del voto e la riservatezza delle opinioni politiche a dispetto delle pratiche di profilazione del cittadino-elettore e di manipolazione dell'opinione pubblica servendo dei big data, limitare l'irresponsabilità degli ISPs che, grazie alla loro immensa capacità di raccogliere aggregare e analizzare un'enorme mole di dati, vengono a configurarsi come nuovi centri di potere anche politico.