I tumori del colon rappresentano la seconda neoplasia per incidenza (14%) nella popolazione italiana, con 51000 nuove diagnosi nel 2018, e la seconda causa di decessi per patologia neoplastica (11%). La chirurgia rappresenta la principale opzione terapeutica con intento curativo e le resezioni laparoscopiche rappresentano ormai il gold standard terapeutico con outcomes oncologici paragonabili alla chirurgia open e vantaggi in termini di dolore postoperatorio, ripresa dell'alimentazione e delle attività quotidiane e risultato estetico. I punti chiave della radicalità oncologica della chirurgia colorettale sono: i margini di resezione, la legatura dei vasi all'origine del mesocolon e la linfadenectomia (linfonodi ileo-colici e quelli del ramo destro dei colici medi nei tumori del colon destro e i linfonodi alla radice dell'arteria mesenterica inferiore nelle neoplasie del colon sinistro e del sigma.
Da circa una decade è stato introdotto il principio dell'escissione completa del mesocolon (CME) con legatura centrale dei vasi (CVL) nella chirurgia laparoscopica del colon.
Contemporaneamente si è affermato l'utilizzo della fluorescenza con verde d'indocianina (ICG) per la valutazione della perfusione delle anastomosi coliche e colorettali.
Recentemente alcuni studi hanno dimostrato l'utilità della fluorescenza con ICG per l'esecuzione del linfonodo sentinella nei casi di tumori del colon in fase iniziale (T1-T2) e per la valutazione intraoperatoria delle vie di drenaggio linfatico dei segmenti colici con pattern linfografico variabile: angolo colico destro e sinistro.
L'obiettivo di questo studio è quello di dimostrare l'ausilio della fluoresenza con ICG nel mapping linfonodale intraoperatorio della chirurgia laparoscopica del colon con CME.