La non aderenza ai trattamenti farmacologici da parte dei pazienti è un fenomeno molto diffuso, si stima che, in media, dal 30 al 50 per cento dei farmaci prescritti per terapie a lungo termine non venga assunto dal paziente in modo corretto.A fronte di una prescrizione appropriata, non aderire al trattamento si traduce in un danno per i pazienti, in quanto un utilizzo non corretto può limitare i benefici dei farmaci, ma anche per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie.Ad oggi, la complessa valutazione dell'aderenza alla terapia può essere effettuata mediante metodi soggettivi oppure oggettivi.Esiste una convinzione comune sul fatto che misure self-reported siano meno valide delle misure oggettive.Si tratta di metodi indiretti ma soggettivi, che mostrano una stima di aderenza maggiore del 10-20% circa rispetto ai metodi oggettivi, ma un'associazione con outcome clinici meno robusta. Nonostante ciò, rappresentano il metodo migliore per capire le principali ragioni di non aderenza dei pazienti, riuscendo ad identificare ed evidenziare i reali e diversi comportamenti nella cascata dell'aderenza.
Sarebbe utile migliorare queste misure e renderle più riproducibili e robuste, ad esempio attraverso approcci multi-metodologici.I questionari esistenti sono stati tutti sviluppati da ricercatori esteri e validati in italiano in modo poco sistematico e riproducibile e, ad oggi, non esiste un questionario italiano utile a definire il profilo di aderenza del paziente cronico in relazione all'esito della patologia specifica. Obiettivo primario dello studio è costruire e validare un questionario sull'aderenza outcome specifico,in ampie coorti di pazienti affetti da patologie croniche; secondariamente proporre un algoritmo dinamico che tenga conto di tutti i determinanti dell'aderenza.