La prima mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia era stata inaugurata nel 1980, il progetto culturale prevedeva la ricreazione di una quinta stradale con la realizzazione di facciate ricostruite al vero. Il concetto il era ritorno alla città, ovvero porre al centro della riflessione architettonica la "Via" o la "Strada urbana".
Un concetto abbandonato per molto tempo che, con la mostra alla Biennale di Venezia "la strada Novissima", ritornava ad essere "quinta urbana" e si riappropriava di un elemento importante per delimitare lo spazio urbano.
Se è vero che la forma altro non è che la solidificazione di un pensiero, la città nelle sue complesse manifestazioni e stratificazioni è un formidabile spaccato del pensiero umano.
La ricerca qui proposta parte da un'analisi capillare delle parti basiche della città, dagli elementi primari: gli slarghi, le piazze, le vie, e si pone come scopo l'approfondimento di alcune "strade" del tessuto urbano cittadino romano, per comprendere la genesi di un luogo per il suo sviluppo e per il suo futuro.
Non c'è possibilità di approfondimento e studio se non esiste un'operazione di conoscenza della propria storia, e dei singoli elementi che compongono e strutturano l¿asse viario.
L'obiettivo della ricerca è proprio incentrato a migliorare la qualità architettonica di due strade tipo scelte a Roma. La prima è via dei Papareschi, una strada dove si affacciano diversi edifici eterogenei per la loro costituzione; edifici di civile abitazione, ad una scuola, una caserma, e alcuni edifici di archeologia industriale della vecchia società Mira Lanza. L'altra strada, nel quartiere Balduina è via Tito Livio; una via connotata in modo puntiforme dalla realizzazione di distinti edifici con tipologia tipica della palazzina romana. L'obiettivo della ricerca è quello di arrivare a definire un processo scientifico che permetta di monitorare/comprendere/valutare/orientare, nonché di definire un modus operandi replicabile.