Michelangelo e la cultura architettonica del suo tempo tra singolarità e norma
Componente | Categoria |
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Federico Rebecchini | Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca |
Carlo Bianchini | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
La presente ricerca intende affrontare il tema dell'architettura di Michelangelo Buonarroti indagandola attraverso gli strumenti che sono propri di questa arte. In gran parte della storiografia michelangiolesca, non esclusa quella più recente (Michelangelo. Divine draftsman and designer, 2017, catalogo a cura di Carmen C. Bambach dell'ultima mostra al Metropolitan Museum of Art di New York), c'è la tendenza a descrivere e valutare le opere architettoniche dell'artista come il risultato, a grande scala, del lavoro di uno scultore, esaltandone ad esempio le qualità plastiche e formali, addirittura relegando le prime esperienze fiorentine, tutte appartenenti al complesso religioso di San Lorenzo, a meri esercizi di allestimenti di interni. Tra gli obiettivi che questo lavoro si pone, c'è quello di studiare l'opera di Michelangelo secondo i suoi principi più strettamente architettonici, a partire dalla conoscenza e dalla profonda comprensione da parte del Buonarroti della lezione vitruviana sul significato e sull'utilizzo del complesso sistema dell'ordine architettonico. Approfondimenti saranno estesi: al tema della comprensione delle innovazioni michelangiolesche e della loro interlocuzione con le altre arti del disegno da parte di contemporanei ed epigoni; alla 'fortuna critica' della sua opera nei secoli successivi.
Per poter discutere la vera natura degli ordini architettonici impiegati da Michelangelo, la ricerca si avvarrà dei rilievi strumentali che saranno eseguiti dal gruppo di ricerca all'interno della Sagrestia Nuova e della Biblioteca Laurenziana a Firenze.