Ruolo degli esosomi rilasciati dalla microglia nella progressione del glioblastoma.
Componente | Categoria |
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Myriam Catalano | Tutor di riferimento |
Il glioblastoma multiforme è il più comune e aggressivo tra i tumori cerebrali. Nonostante la terapia trimodale in uso la sopravvivenza media dei pazienti resta inferiore a 15 mesi dalla diagnosi. All'insorgere del glioblastoma, il sistema immunitario, che nel cervello è rappresentato soprattutto dalle cellule microgliali, attiva una risposta proinfiammatoria che contrasta la patologia attraverso il rilascio di specie reattive dell¿ossigeno e citochine proinfiammatorie. Quando la presenza del glioma diviene uno stimolo cronico, le cellule tumorali rilasciano fattori e citochine capaci di modificare le cellule microgliali in un fenotipo antinfiammatorio e immunosoppressivo che promuove lo sviluppo del tumore stesso. Le vescicole extracellulari (VE) rappresentano un meccanismo di comunicazione intercellulare. Si distinguono due tipologie in base a biogenesi e dimensioni: le microvescicole originano dalla membrana plasmatica, con diametro 100-1000 nm e gli esosomi originano dalle membrane endosomiali, con diametro 10-100 nm. Le VE rilasciate dalle cellule microgliali veicolano la risposta infiammatoria delle cellule di provenienza attraverso il loro contenuto composto da lipidi, proteine e acidi nucleici derivati da citosol e membrana plasmatica che modifica il fenotipo delle cellule target. Il nostro gruppo di ricerca ha recentemente dimostrato che le microvescicole provenienti da microglia proinfiammatoria contengono un aumento dei trascritti correlati all¿infiammazione e che somministrando tali VE in vivo a topi inoculati con glioma è possibile contrastare la crescita tumorale. Ipotizziamo che anche gli esosomi, rilasciati dalle stesse cellule possano avere un ruolo nel glioma. Per questo proponiamo di somministrarli in vivo per comparare l¿attività degli esosomi originati da microglia di controllo, con quelli provenienti da microglia pro e anti-infiammatoria, al fine di chiarire i meccanismi molecolari coinvolti ad oggi non ancora delucidati.