I colangiociti sono le cellule epiteliali che costituiscono la parete delle vie biliari, esse rimangono quiescenti in condizioni normali ma proliferano, quindi rappresentano il bersaglio preferenziale, in corso di colestasi sperimentale e di colangiopatie umane, come la colangite biliare primitiva (PBC), la colangite sclerosante primitiva (PSC) e il colangiocarcinoma (CCA). Per poter studiare al meglio queste condizioni sono stati elaborati negli anni molti modelli che mimano queste caratteristiche, come quello del ratto con legatura del dotto biliare principale (BDL) che determina una rapida proliferazione selettiva dei dotti biliari. Tramite tale modello abbiamo potuto studiare gli effetti di molte sostanze, fattori di crescita ed ormoni come la secretina, gli estrogeni, l'FSH, il progesterone, la vasopressina e i VEGF. Studi precedenti hanno mostrato che l'iperplasia colangiocitaria e la fibrosi epatica sono ridotte quando aumentano i livelli di melatonina, attraverso un meccanismo autocrino. Infatti aumenta l'espressione dell'AANAT (aralchilammina N-acetiltransferasi), l'enzima che regola la sintesi di melatonina; mentre diminuisce la presenza dei clock genes (CLOCK, Cry1 and Per1). La melatonina migliora il danno epatico attenuando lo stress ossidativo e la risposta infiammatoria nei modelli animali di cirrosi e fibrosi epatica. Inoltre, la melatonina diminuisce la senescenza biliare nei modelli di topo Mdr2-/- (modelli di PSC) down regolando l'angiogenesi dipendente da miR-200b. Allo stato attuale, il nostro obbiettivo vuole essere quello di studiare il ruolo della melatonina nella progressione della fibrosi epatica in modelli sperimentali con pinealectomia (PINX), considerando anche il meccanismo autofagico nella reazione colangiocitaria. Perché approfondire la conoscenza del processo di proliferazione e autofagia nell'albero biliare ci può aiutare a capire meglio anche i processi che stanno alla base della fibrosi epatica nella malattia colestatica.