La figura dell'architetto Giuseppe Sardi e il suo rapporto con le maestranze artigianali trasteverine nel territorio romano del Settecento.
Componente | Categoria |
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Simona Benedetti | Tutor di riferimento |
L'opera di Giuseppe Sardi (1680-1768) nel territorio di Roma è stata negli anni oggetto di accurati approfondimenti che hanno messo in luce la figura del capomastro-architetto e sciolto alcuni nodi attributivi. Gli studi svolti hanno evidenziato l'originalità e l'importanza di Sardi nel quadro dell'architettura rococò a Roma e provincia del XVIII secolo, testimoniata soprattutto dai casi della chiesa del Santissimo Rosario a Marino (1711-13) e della facciata della chiesa S. Maria Maddalena (1734-35), le cui soluzioni a rocaille riccamente decorative sono in contrasto con la coeva cultura dell'Arcadia. Attualmente manca però un saggio monografico che affronti in maniera unitaria la versatile produzione dell'architetto e che fornisca critici confronti con la produzione architettonica trasteverina, prevalentemente ecclesiastica, presso le cui maestranze Sardi si è formato. Queste comparazioni, da svolgersi su base documentaria e su circostanziati rilievi, riguardano l'impianto planimetrico e in alzato delle chiese e l'apparato decorativo in stucco degli edifici sacri. L'obiettivo della ricerca è pertanto quello di offrire uno sguardo unitario sui diversi approfondimenti, elaborando le acquisizioni già note e arricchendole di nuove informazioni grazie a un confronto tra le opere di Sardi e le soluzioni architettoniche e decorative presenti nel quartiere trasteverino. Questa operazione di paragone consente di valutare le realizzazioni di Giuseppe Sardi in rapporto al lessico popolare adotatto dall'artigianato romano del XVIII secolo. La ricerca propone inoltre un approfondimento sulle tecniche realizzative e di fissaggio degli stucchi e sulle modalità del loro restauro e conservazione.