Il ruolo delle distorsioni cognitive nella regolazione emotiva e nella psicopatologia
Componente | Qualifica | Struttura | Categoria |
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Micaela Di Consiglio | borsista | Dipartimento di Psicologia | Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca |
Secondo la prospettiva cognitivo-comportamentale, le distorsioni cognitive giocano un ruolo centrale nell'esordio e nel mantenimento dei disturbi mentali. Diversi studi, confermando ciò che emerge a livello clinico, hanno evidenziato una correlazione significativa tra tali processi e molti disturbi mentali. Ad esempio, i soggetti con Disturbo di Panico esasperano il significato delle loro esperienze interne (catastrofizzazione) e ciò è predittivo del successivo attacco di panico (Gellatly e Beck, 2016). Dall'analisi della letteratura, tuttavia, si evidenzia una carenza di paradigmi sperimentali e longitudinali capaci di indagare il ruolo causale delle distorsioni cognitive nell'esordio e/o nel mantenimento dei diversi disturbi mentali. In merito a ciò, secondo la prospettiva funzionalista (Gross, 2016), le credenze, e quindi anche le distorsioni cognitive, assolvono funzioni ed obiettivi diversi. Oltre ad avere una funzione rappresentativa (Kruglanski, 1980), rivestono una funzione edonica (Kunda, 1990), ossia hanno un ruolo nella regolazione degli stati affettivi. In linea con questa prospettiva, nel presente studio viene ipotizzato che le distorsioni cognitive agiscano come strategie response-focused di regolazione emotiva. Nel nostro studio ipotizziamo che lea distorsioni messa in atto dalle persone vadano a modellare le emozioni esperite, aumentandone o diminuendone l'intensità, o ancora, modificandone la natura. Per verificare tale ipotesi, il progetto prevede tre fasi in cui sono coinvolti due gruppi di soggetti (SANI vs PATOLOGICI): a) valutazione clinica e addestramento iniziale in laboratorio; b) automonitoraggio ecologico degli episodi emotivi; c) induzione emotiva e manipolazione sperimentale in laboratorio. La seconda fase rappresenta un paradigma longitudinale della durata di due settimane svolto attraverso misure self-report. L'ultima fase è costituita da un paradima sperimentale in cui è direttamente manipolata l'attività di pensiero dei soggetti.