Analisi delle tecniche costruttive e del degrado dei rivestimenti lapidei nel patrimonio edilizio di Roma degli anni Trenta, finalizzata all'individuazione delle modalità di intervento per il recupero: il complesso del Foro Italico
Componente | Qualifica | Struttura | Categoria |
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Federica Rosso | Assegnista di ricerca | Dipartimento di Ingegneria Civile Edile Ambientale | Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca |
José Navarro Navarro | Professore Associato | Escuela Técnica Superior de Ingeniería de Edificación - Università di Granada | Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca |
Silvia Mariani | Dottore di Ricerca | Dipartimento di Ingegneria Civile Edile Ambientale | Altro personale aggregato Sapienza o esterni, titolari di borse di studio di ricerca |
I rivestimenti lapidei degli edifici del primo Novecento hanno una grande importanza nello sviluppo delle tecniche costruttive, costituendo la prima fase della ricerca che porta all'adattamento delle tecniche storiche nel quadro dei nuovi procedimenti dell'edilizia industrializzata. Nella città di Roma sono presenti alcuni dei casi più interessanti; tra questi, sicuramente rientrano le opere del Foro Italico di Roma, uno dei complessi architettonici di maggior valore nell'ambito del cosiddetto Razionalismo Italiano. Edifici come la Casa delle Armi di Luigi Moretti, duramente colpita dal tempo e devastata dalla ristrutturazione degli anni Settanta, sono caratterizzate proprio dal rivestimento in marmo che, nonostante scelte tecniche e stilistiche specifiche, presenta problemi assolutamente generali e ricorrenti, spesso comuni perfino con le realizzazioni contemporanee nel medesimo materiale. In questo come in altri casi, gli interventi di consolidamento, resi necessari dal pericolo di distacco delle lastre lapidee, si sono succeduti nel tempo in modo disordinato e senza una adeguata competenza tecnica, senza quindi riuscire a risolvere definitivamente i problemi e, al contempo, provocando ulteriori deturpazioni, alcune delle quali non più recuperabili. Di concerto con la proprietà del complesso (ex CONI Servizi) si è intrapreso un lavoro di ricerca finalizzato alla conoscenza tecnica e alla individuazione di strategie per il recupero di tali materiali e, attraverso di questi, delle opere nel loro complesso. Lo studio, per le sue caratteristiche innovative in termini di oggetto e di metodo, si propone di costituire anche un riferimento per interventi in altre opere coeve, tutte caratterizzate da applicazioni fortemente innovative per l'epoca ma che, proprio per questo motivo, hanno particolarmente risentito del trascorrere del tempo e necessitano di interventi urgenti.