Da alcuni decenni la dottrina civilistica controverte sulla opportunità di una revisione complessiva della disciplina dei rapporti privati. Il dibattito è alimentato dalla pretesa, non soltanto di delineare un quadro di regole e principi coerenti con i numerosi "codici di settore" approvati nel corso degli ultimi anni, ma anche di assecondare le nuove istanze di tutela emergenti in diversi settori della società civile. Sotto tale profilo si registra il recente tentativo di una profonda revisione organica della disciplina del "diritto patrimoniale" ad opera del Disegno di Legge del 27 marzo 2019 n. 1151 che, appunto, prevede una "Delega al Governo per la revisione del codice civile". Disparati sono i settori potenzialmente incisi dal Disegno di Legge: dagli enti del terzo settore alla disciplina dei rapporti patrimoniali all'interno della famiglia; dalla disciplina della successione necessaria alla disciplina dei contratti; dal trust e alla responsabilità patrimoniale. L'indicata riforma suscita interesse, non solo per le particolari novità che la prefigurata normativa intende introdurre nei singoli settori incisi, ma anche per il significativo contributo che fornisce, su un piano di teoria generale del diritto, al dibattito sul ruolo che il codice civile assume nella complessità del sistema delle fonti del diritto privato. Tema, questo, sollecitato anche dalle analoghe riforme dei codici civili adottate in epoca recente, rispettivamente, in Francia, Germania e Austria.